Tanti giovani si
apprestano a votare per la prima volta e lo faranno per la propria
città e per il territorio municipale dove vivono, hanno amici,
frequentano la scuola. La maggior pate dei ragazzi e delle ragazze
non sono politicizzati, non come lo eravamo noi alla loro età.
Egualmente le loro famiglie sono distanti dalla politica anche e
soprattutto nell'esercizio del diritto/dovere del voto.
Assenteisti nella
politica.
Intorno a noi esiste
solo una aggregazione giovanile di stampo fascista, quella di
CasaPound, i cui adepti mi risultano (i social lo manifestano) essere
portatori di un pensiero che viene dall'alto come un'unzione divina e
sul quale non ci sono commenti ed elaborazioni. Copio, incollo.
Probabilmente fieri di una appartenenza settaria perché questa è
necessità umana: appartengo, dunque sono.
Tutti gli altri neo
diciottenni hanno inconsciamente chiaro che il futuro, il loro, è
immerso nella nebbia. Non è vero che non esiste: è un reale che si
manifesta opacizzato. Proprio per questo la politica ha il dovere di
parlare con loro, di costruirgli attorno il risveglio della città,
degli spazi, dell'appartenenza e della bellezza, ed insieme di
accrescere motivazioni etiche perché si riapproprino convintamente
della cittadinanza attiva, a cominciare dall'essere elettori.
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