martedì 26 febbraio 2019

REGISTRO DI BIGENITORIALITA’ DIRITTO O MENZOGNA


La bigenitorialità1 è un concetto etico-sociale, l’aspetto etico dell’essere genitori ed il diritto dei figli di avere il supporto di entrambi i genitori. La bigenitorialità è un processo umano e culturale, è fare e saper fare i genitori
Doverlo specificare con un termine ed un concetto manifesta la mancanza di assunzione di responsabilità di un ruolo personale e sociale. Doverlo specificare con un termine ed un concetto è la finzione e la stupidità di rivendicare il dovere di esercitare quello che non si è per propria scelta.
La bigenitorialità, proprio per questo, non può essere esatta (reclamata) come conseguenza di una separazione. Se all’interno di un nucleo familiare la bigenitorialità c’è, o non c’è, è un fatto antecedente ad ogni allontanamento dei genitori. Nelle situazioni veramente conflittuali la bigenitorialità non c’è mai stata.
La partecipazione attiva ai processi educativi, ai bisogni ed alle esigenze, all’assistenza ed alle cure, all’istruzione ed all’educazione, è essa stessa responsabilità genitoriale nei riguardi dei figli. Per questo la bigenitorialità, se deve esistere una legge che se ne occupi, può essere solo e meramente educazione all’essere genitore, movimento culturale in evoluzione attraverso i cambiamenti dei ruoli delle donne e degli uomini verso una nuova dimensione genitoriale. Si dovrebbe rivolgere quindi ai genitori.
La bigenitorialità non può essere usata strumentalmente della legge, che - in questo caso – non tutela il diritto del minore e non svolge educazione culturale nei confronti delle responsabilità dei genitori.
Il diritto del minore a mantenere un rapporto continuo ed equilibrato con entrambi i genitori è diciplinato dall’art. 337/ter del codice civile, e prevede che il minore mantenga rapporti equilibrati ed armoniosi anche con gli ascendenti ed i parenti di entrambi i genitori2.
La legge 54/20063 norma la bigenitorialità come diritto dei figli, in base al concetto di centralità del minore nei casi di separazioni e divorzi, e come riconoscimento del minore a mantenere invariati i rapporti con entrambi i genitori.
Il Registro della Bigenitorialità, tanto vicino a quel ddl Pillon che mina i diritti e le libertà delle donne e dei minori, è uno strumento che nasce idealmente dieci anni fa dalle teorie di Camerini, Maglietta4 e altri, che hanno trovato amplificazione in Rai con il “portavoce” Tiberio Timperi.
Cosa dice il Registro della Bigenitorialità? Che, in separazione, non entrambi i genitori, ma solo uno solo dei due, generalmente quello non collocatario, potrà iscrivere in un’apposito albo i dati relativi al/ai figlio/figli per ricevere le comunicazioni anagrafiche, sanitarie e scolastiche; ovvero che l’iscrizione possa essere richiesta anche da un solo genitore senza il consenso dell’altro, che la cancellazione possa avvenire solo su richiesta del primo, e che in taluni casi sia prevista la possibilità di comunicare i dati del registro anche a soggetti non pubblici quali gli Ordini professionali.
Ma quali sono le informazioni anagrafiche, sanitarie e scolastiche che il genitore non collocatario otterrebbe?
  • Anagrafiche: eventuale cambio di residenza del genitore ove il minore è collocato (l’accesso alle banche dati anagrafiche è esistente ed accessibile);
  • Sanitarie: pediatra (che un genitore non conosca il nome del pediatra che ha in cura i figli è significativo di disinteresse, quindi di inesistenza di bigenitorialità), vaccinazioni (il libretto delle vaccinazioni viene rilasciato dai presidi vaccinali in un’unica copia, una seconda copia può essere prodotta in caso di smarrimento del documento originale, inoltre presso i comuni - fino ai dati 1986 - e le Asl è possibile richiedere il certificato storico delle vaccinazioni);
  • Scolastiche: pagelle ed andamento scolastico (oggi le scuole sono dotate del cosiddetto registro elettronico: ogni studente ha un ID collegato ad una ed una sola mail perché diversamente sarebbe improponibile, certamente inutile e aumenterebbe i costi per la realizzazione di modifiche del sistema operativo. Per ovviare a questo basterebbe un indirizzo di posta elettronica congiunto – tipo:  genitorialunnoXX@……. – attraverso il quale ciascun genitore può verificare assenze, voti, ritardi del figlio, prenotare i colloqui con i docenti e tutte quelle informazioni che fino ad alcuni anni fa arrivavano a casa con materiale cartaceo. Inoltre i siti di ogni istituto scolastico sono consultabili liberamente per conoscere tutto sulla scuola e leggere le circolari che producono informazioni su scioperi, assemblee, problemi di qualsiasi genere legati alla sede scolastica, nonché sulle uscite scolastiche, i campi scuola con tanto di costo che la famiglia deve sostenere).
Le statistiche, e maggiormente la quotidianità attorno a noi, evidenziano la sempre minima percentuale di padri che si occupano con partecipazione attiva continua ed armoniosa: minima presenza nelle scuole (accompagnamento e ritiro degli alunni, presenza nei consigli di classe e d’istituto, presenza nei colloqui con i docenti), minima presenza negli ambulatori pediatrici e vaccinali, e sopratttto quel misero 15% del dato Inps 2015 di padri che hanno beneficiato del congedo di paternità.
E’ semplice prevedere che più che strumento utile per il “processo armonioso” del rapporto genitore/figlio, si trasformi in un monitoraggio quotidiano verso le donne, con conseguente creazione di ulteriori conflittualità.
Come già espresso: la bigenitorialità esiste di per sé, o non esiste, all’interno della famiglia ed oltre la struttura della famiglia al di là della separazione. Aver bisogno, reclamare per legge qualcosa che dovrebbe appartenere alla propria identità è una finzione e un inganno inaccettabile. Significa credere che tutti quei padri separati/divorziati che si disinteressano dei propri figli, che non versano gli alimenti stabiliti in sentenza, che non rispettano il diritto/dovere di visita, agiscano così per colpe altrui. Eppure, molto silenziose, esistono le associazioni delle madri sole che denunciano; i dati Istat 2016 evidenziano che un sesto delle famiglie italiane sono monogenitoriali con una madre capofamiglia, che l’11,8% di queste sono in povertà assoluta ed il 42,1% a rischio povertà ed esclusione sociale.
Non è la nostra una posizione isolata; sono note le perplessità di Luigi Fadiga, già Presidente del Tribunale dei Minori di Roma e già Garante per l’Infanzia dell’Emilia Romagna: “… non è certo volontà di chi scrive minimizzare gli effetti derivanti dalla negazione della figura di un genitore in vantaggio dell’altro o di rifiutare a priori la bontà di un’iniziativa, che è certamente significativa sotto il profilo culturale, ma il registro della bigenitorialità sembrerebbe più volto a tutelare i diritti degli adulti che quelli dei minori coinvolti per i quali, ai fini pratici, non cambierebbe molto. Una tale ottica presenta infatti il rischio di contribuire ad aumentare il livello di conflittualità tra i genitori con ricadute sul minore stesso, che si vedrebbe così coinvolto in ulteriori dinamiche oppositive.”
E’ grave inserire un dovere nella sfera dei diritti, questi possono anche non essere esercitati; ma ancor più grave è aver spacciato dei doveri per diritti.
Un genitore che si separa si interessa del figlio, non ha bisogno del registro; se ne disinteressa? … è per questi la legge: il registro lo renderà genitore amoroso5? E’ una menzogna; tutta la legge sulla bigenitorialità si fonda su una menzogna, quella di mistificare come diritto/volontà di seguire un figlio da parte di un soggetto che ha già alienato da sé questa volontà/capacità, sottilmente addossando la colpa della sua mancanza all’altro genitore. Non tutti gli “inadempienti” al dovere di genitore sono uomini, molti si, sappiamo che il grande peso è su noi donne, e non possiamo accettare di dover sopportare anche il peso di una menzogna.



1Bigenitorialità s. f. La condizione di genitore esercitata congiuntamente dal padre e dalla madre. Dal Vocabolario Treccani online http://www.treccani.it/vocabolario/bigenitorialita_(Neologismi)/. Ci si chiede cosa c’entri il Registro con una funzione da esercitare “congiuntamente”; ne parleremo in seguito.
2Infatti alcuni atti relativi al minore devono essere compiuti comunque da entrambi gli esercenti la potestà genitoriale (ad esempio: richiesta di documenti, iscrizioni scolastiche, tra cui la scelta di avvalersi dell’insegnamento di religione).
3La legge 54/2006 è formulata sull’appello della Convenzione Universale dei Diritti dell’Infanzia, ratificata in Italia con la legge 176/1991 e sulla Convenzione Europea dei Diritti del Fanciullo, ratificata in Italia con la legge 77/2003.
4Anche di Lopez, di Pingitore, delle tante associazioni di padri separati per il diritto alla bigenitorialità, di Fendai, di Crescere Insieme, di Uomini 3000, di Genitori Sottratti, di Centro Antiviolenza Bigenitoriale, di Adiantum e altre svariate corporazioni.
5Esistono purtroppo alcuni casi limite, gravissimi, che sono regolati volta per volta dal giudice, sui quali nulla potrebbe un registro.

sabato 5 gennaio 2019

FATE I BRAVI

Se ripenso alle parole di Papa Francesco non posso non credere che lui, il Papa in persona, non abbia letto un capolavoro di John Niven: “A volte ritorno” e che quella sua lunga omelia sui falsi cattolici, sui disumani frequentatori di templi, sui coglioni travestiti da credenti e da battitori di petto (sport meno faticoso del baseball, sport in cui il capitano – avete capito di chi parlo -  è il leader del gruppo), quella lunga omelia, dicevo, non sia stata una recensione del libro (il libro, non il film).

Certo, il linguaggio di Francesco è quello di un gesuita che siede anche sulla poltrona giusta per cazziare a destra (soprattutto) e a manca, molto dissacrante è invece il linguaggio di Niven.

La terra è andata in malora, il senso degli insegnamenti religiosi è andato a farsi benedire, tutto si svolge in riti che mascherano faide, in divieti che all’occasione è possibile trasformare in peccati che si assolvono con una litania “mio dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore”, in adorazioni nei templi assediati dal mercato dei farisei.

Sicuri che Mosè non abbia ceduto a “manie di protagonismo”? Sicuri che Mosè non abbia interpretato una frase minima che tutto comprende?

C’è solo un comandamento, dice Niven: fate i bravi.
C’è solo un comandamento, dice Papa Francesco: fate i bravi.
Un solo, semplice, esplicito, indubitabile comandamento: fate i bravi.