La morte di Marco
Pannella getta un vuoto nel turbinio della politica. Se ci sarà un
uomo pronto a sostituirlo è una domanda che non ha senso. No, un
altro Pannella non ci sarà. Alla sua tenacia, al suo coraggio, alle
sue guerriglie dialettiche tutti noi dobbiamo una buona parte dei
nostri diritti civili, quelli costituzionalmente non scritti e
divenuti opera compiuta dopo anni ed anni di battaglie e quesiti
referendari. Pannella non era un santo e non voleva esserlo. Aveva il
coraggio di mettersi in gioco, di non piegare la testa e di non
annuire aprioristicamente. Aveva il coraggio di farlo per gli altri,
per tutti, non per se stesso. Aveva il coraggio di non essere un
baciapile, un benaltrista, un perbenista e di non avere mai
oscillazioni umorali.
Pannella è e sarà
insostituibile in una società dove la cultura del coraggio è
rivolta al personale e dove le voci di protesta sono patrimonio di un
piccolissimo gruppo di non potere inascoltato.
Ci mancherà, ci
mancheranno i bavagli ed i digiuni. Ci mancherà l'uomo consapevole
che i diritti degli ultimi sono i diritti di tutti, che si può
essere felici solo tornando umani.
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