Quando i diritti di
una categoria ledono i diritti degli altri cittadini possiamo ancora
parlare di diritti? I lavoratori (quelli con il 14% di assenteismo
fisso) Atac hanno indetto un altro sciopero: 25 novembre, stavolta di
venerdì mica come quello del 15 scorso.
Guardate. Io non
voglio parlare dei diritti lesi di chi si deve recare a lavoro e ci
va in autobus, di chi deve fare una visita in ospedale e sta
aspettando quel giorno da sei mesi, degli anziani con o senza tessera
che rimarranno bloccati a casa e rincoglionirsi con i programmi
catastrofici di Rete4.
Parliamo degli
studenti, una categoria che ci dimentichiamo essere categoria sociale
di recenti e futuri cittadini. Gli studenti sono i fruitori della
scuola e la scuola stabilisce (giustamente) un monte ore di assenze
concesse. Tutte le assenze devono essere giustificate. TUTTE. Quelle
delle malattie, dei motivi familiari, dell'oggihofattosega, dei
ritardi, delle sveglie che non hanno suonato. Ed insieme anche quelle
“a causa d'altri”, che ti fanno saltare una lezione importante,
un compito in classe, un'interrogazione per una colpa che ti cade
addosso ma che non è la tua.
Insomma, gli
studenti questo mese si troveranno un “-12” di quel monte ore,
per tollerare i diritti di altri.