lunedì 23 maggio 2016

La strada è sempre in salita


Il bello del faccia a faccia con gli elettori è lo scoprire cosa pensano e come attivano il proprio pensiero. Oggi ho incontrato A, 30-35 anni, convivente da quando i genitori si sono trasferiti nel paese natio. “Io voto i 5 stelle”. 
 In democrazia c'è libertà, anche quella di dire “Pensa che se al governo non ci fosse stato il Pd non avresti avuto il riconoscimento della tua unione, solo per questo dovresti rivedere le tue posizioni…”. “Io 'ste unioni civili le schifo. A parte che non voglio i matrimoni dei froci, ma poi pensa che se io me lascio con lei me tocca pure pagajie l'alimenti...”. 

Vogliamo spiegargli che questa legge stabilisce dei diritti e non degli obblighi? Che se non registra la convivenza è come se vivesse con l'amica del cuore? 
Ci ho provato. Io ci provo sempre a spiegare, anche quando la retrocassa del cervello mi dice “è inutile, non sprecare fiato con i sordi, non hai modo di accendere il cervello”…. Io ci provo, per questa abitudine di mettermi in gioco, di fare l'insegnante laddove non c'è speranza di insegnare. Ci provo perché sono abituata a parlare ai giovani, che – comunque li si giudichi – hanno la capacità di rielaborare le proprie posizioni.
Sul finire della giornata, penso e ripenso a quella conversazione e ne vengono fuori due considerazioni. La prima strettamente politica, su quanta strada dobbiamo ancora fare per ottenere un popolo diverso, quindi culture, scuole, dialettica, appartenenza, inclusione, bellezza. Poi uno relativo agli uomini, a quei tanti uomini a cui la legge Cirinnà ha rotto le uova nel paniere, stanandoli in quella concezione (retaggio culturale del dominio maschile) di avere una donna senza pensarla come essere umano, senza fare insieme un progetto di vita, senza considerarla soltanto come un appoggio gratuito ai bisogni di ogni giorno e contraltare di una cameriera stipendiata. “Se mi lascia je devo pure paga l'alimenti”. Se ti lascia una cameriera le devi pagare la buonuscita. Davvero c'è tanto da rinnovare in questa società. A cominciare dagli uomini.
Il lavoro delle lotte femminili è ancora tutto da costruire.

Nessun commento:

Posta un commento