Oggi ho
fatto una lunga chiacchierata con alcuni cittadini mentre eravamo in
fila alla posta. Due di loro li conosco da sempre, una coppia
convivente con due figli. Si parlava di unioni civili.
Quello
di cui ho avuto la certezza è che i pennivendoli dei giornali ed i
pressappochisti televisivi sono riusciti a far metabolizzare un solo
ambito della legge: matrimoni per gli omosessuali. E certo, questa è
l'informazione che fa gossip, che solletica le pruderie di un popolo
di voyer e di grandi fratelli.
Per questo sono stata lì a spiegare,
mentre i numeri venivano chiamati ed alcuni del gruppo perdevano il
turno, che la legge riconosceva i diritti per tutte le coppie, anche
(direi soprattutto per una questione di maggioranza dei casi) di
quelle eterosessuali. Di chi?, mi ha chiesto un signore anziano. Dei
maschi e delle femmine, per essere chiari. Questa legge tutela i
diritti di tutti, a cominciare dal diritto di scelta di progettare la
vita sulla base dell'amore anziché di un contratto o di uno dei
tanti ingannevoli giuramenti sulle sacre scritture.
E'
vero, questa legge non è un aumento in busta paga e neppure delle
pensioni minime, non è diminuzione delle aliquote e non cancella le
cartelle di Equitalia. Non per questo è una piccola cosa. Da oggi
continueremo ad essere proprietari di un povero portafogli ma
acquisiremo una ricchezza che non ha eguali: la libertà di amare e
di essere eguali nell'amore.
Mi piace questa Repubblica fondata sull'amore, mi fa eco il più vecchio del gruppo.
Mi piace questa Repubblica fondata sull'amore, mi fa eco il più vecchio del gruppo.
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