martedì 13 settembre 2016

Zibaldoni e poche idee


Il mondo, quello nostro piccolo piccolo dinnanzi al mondo di fuori, è in grande confusione. E' vero tutto ed il contrario di tutto. E per questo i cittadini sono divisi in curve, come allo stadio: chi è pro e chi è contro. Che poi diventa un gioco teatrale alla Achille Campanile, come "l'acqua minerale naturale" e “l'acqua minerale, naturale" del cameriere in tilt. 
Già, perchè chi è pro è insieme pro il pro e contro il contro. D'altro canto chi è contro ha un suo pro di cui è pro ed un contro di cui è contro. Il mondo è bello perchè è vario. Vario, non in confusione. Nell'ordine generale, salvis iuribus i principi basilari della democrazia e delle leggi, tutti hanno egualmente ragione e tutti hanno torto. 
Se ci fossero competenze, se ci fossero uomini e donne la cui onestà non è il principio che si trasforma nel valore aggiunto ma il semplice e doveroso atto di partenza obbligatorio, se ci fossero le idee, se ci fosse la progettualità non ci sarebbero confusione e il tutto abbracciato al contrario di tutto. 
La politica (forse solo ciò che mi aspetto da essa) dovrebbe fornire le certezze, dovrebbe trasformare le attese, le speranze ed i bisogni in sicurezze omnicomprensive. Se gli uomini e le donne della politica non sanno farlo, si limitano a piccole clip di interventi che basteranno a pochi e indigneranno altri. La politica ha fallito? No, gli uomini e le donne stanno mandando in bancarotta etica la politica. 
La progettualità che mi aspetto deve favorire tutti i cittadini, non accontentare me. Se si riuscisse ad agire oltre, cancelleremmo con un colpo di spugna i pro ed i contro della confusione e rimarrebbero solo i mi piace/non mi piace che non creano zibaldoni e menti confuse.

giovedì 1 settembre 2016

CICOGNE E CAVOLI: BENE COMUNE


 
 
Fertility day. Insomma una festa, non solo per le tante donne che vivranno una massima ovulazione il 22 settembre bensì una festa per tutte le donne in esaltazione del loro ruolo biologico che nei secoli, attraverso la cultura cattolica e buona parte di quella laica, ha sancito l'unica superiorità considerabile e apprezzabile delle donne.
Il medievalismo alle porte lo abbiamo già fatto entrare. Da tempo. In questa società dei pochi pensieri, delle pochissime voci libere e della cultura al ribasso, la politica ripropone la maternità nazionalista e pro-nazionalista: il primo passo verso la politica in difesa della razza.

Il fascismo l'Italia lo ha già vissuto. Non è stata una belle esperienza, soprattutto per le donne. Le politiche femminili del ventennio si sono basate (cfr Franca Bimbi, Le madri sole) sull'esaltazione della donna madre e nutrice:

- Il forte orientamento all'intervento pubblico sulla procreazione.
- La differenziazione delle donne attraverso l'accentuazione del ruolo materno.
- L'esclusione della cittadinanza politica delle donne e la discriminazione nel mercato del lavoro e nell'istruzione.
- Il tentativo di definire il matrimonio e la procreazione come beni pubblici.

Ecco: “beni pubblici”, tenete a mente questa definizione che oggi ritorna come slogan di una campagna pubblicitaria. La donna, oggi, nel 2016, nel terzo millennio, nella società del fancazzismo e del benaltrismo, riemerge ed acquisisce una identità sociale attraverso l'essere madre e nutrice: date figli alla patria, dateli da giovani, giovanissime, fatevi spose e rimaneteci perché attraverso la vostra rinuncia al lavoro esterno ci sarà più lavoro per tutti (gli uomini).
La Ministra Lorenzin, che partorendo è stata definita “primipara attempata” e per questo deve aver molto sofferto, è una donna che non vive in questo mondo. Io ne ho viste di ragazzine gravide a 16, 18, 20 anni. Hanno partorito e sono sole. Hanno voglia di scuola, di divertimento, di essere coetanee delle loro coetanee, invece non possono. E' stato vietato l'aborto, la consapevolezza della contraccezione, la scelta, la possibilità. Bambine che crescono bambini senza padri. Future donne senza futuro. Perché, cara Ministra, fare un figlio non è uno slogan. Contro quella cultura arcaica e patriarcale le donne hanno occupato le piazze, parlato di autodeterminazione, si sono ribellate. E oggi? Mediocrità non può essere politica. Fare i figli per la patria non è politica. Non conoscere la vita non è politica. La mia ovulazione non è politica. I figli costano e non sono giocattoli. Costano tempo e fatica e soldi. Viviamo in un Paese in cui l'welfare è stato cancellato, in cui le politiche sociali hanno trasformato le donne in caregivers e le famiglie di origine in supporto sociale, in cui le madri sole sono il 17% della popolazione e rientrano nelle statistiche di povertà insieme ai loro figli.
Siamo un paese di vecchi? Risolviamo il problema con politiche che aiutino la scelta di maternità e paternità, come nel resto dell'Europa. Ma non mettiamo ovuli e ovulazioni in piazza in difesa della razza.

Io sono mia. Oggi come allora. Sono mia, contro gli uomini e contro le donne come lei.