martedì 27 novembre 2018

CAMBIARE REGISTRO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE


Altro che l’inutile Registro della bigenitorialità, quello di cui avremmo bisogno è il Registro dei predatori sessuali, quelli che gli americani definiscono “sexual predators and offenders” o più generalmente “sexual offenders”: dagli stalker ai pedofili, dagli stupratori agli esibizionisti.
Quell’America dei nostri sogni secolari non è solo ciò che abbiamo importato voluttuariamente e commercialmente, Coca.Cola, McDonald, Babbo Natale, Black Friday, quell’America è altro e l’altro è quello che a noi poco interessa importare.

Delitti esecrabili, quindi sacrileghi, riprovevoli, “odius crime”, così chiamano tutti i reati a sfondo sessuale. Certo, la giustizia americana non è proprio un modello di perfezione e di garantismo, però è reale che con i predatori sessuali gli yankee non scherzano: nessun appello, nessun garantismo, nessuna protezione.
 
Da anni i Dipartimenti della Pubblica Sicurezza hanno istituito i Pubblici Registri dei predatori sessuali, vale a dire che le foto, i nomi, gli indirizzi di stupratori, pedofili, molestatori e stalker sono inseriti in un database consultabile in rete o nelle postazioni appositamente aperte alla consultazione nelle biblioteche e nei dipartimenti di polizia. Un click sul tasto "Search for Offenders in your area" e sai subito se in quel quartiere in cui ti stai trasferendo vivono uomini che sono stati condannati come sexual offenders.

 
Negli USA non si fanno troppi scrupoli, a differenza dell’Italia dove i nomi degli uomini che agiscono violenza vengono omessi o accennati attraverso le iniziali, a meno che a compiere gli odius crime non siano extracomunitari. Perchè in Italia il diritto alla privacy personale è al di sopra di ogni cosa quando si parla del predatore, non certo se si parla della vittima nella cui vita passata e intima si scava con sadismo.

Invece negli Stati Uniti una legge federale dice testualmente che “l'interesse pubblico è prevalente sulla privacy quando si tratta di crimini di questo genere” e che “le informazioni fornite servono solo allo scopo di garantire sicurezza alla comunità e non devono essere usate per minacciare, intimidire o molestare le persone schedate. Chi fa uso scorretto dei dati può essere perseguito dalla legge”.

Non basta una giornata contro la violenza, non bastano leggi troppo spesso interpretate da giudici oscurantisti, non bastano solo le donne per le donne. Se è vero che la violenza sulle donne è un problema degli uomini, è ancor più vero che essa è un problema sociale a cui la politica deve dare risposte inappellabili. Il Registro dei predatori sessuali è una di queste risposte.