sabato 11 settembre 2021

OLTRE DAFNE

OLTRE DAFNE

 

Inaugurazione ieri di una bella mostra sulle donne, organizzata all'ex Complesso del Buon Pastore dall’Udi, a cui sono stata invitata da Vittoria Tola, Dirigente Nazionale Udi.

Una mostra che è la rappresentazione per immagini di un secolo di storia al femminile, storia poco rappresentata nelle scuole e nella politica.
 

“Oltre Dafne fermare Apollo” è un viaggio che si dipana attraverso materiali d’archivio dell’Udi. 

Stazione di partenza è proprio il titolo della mostra, non una domanda ma un’affermazione. Dafne insidiata dallo stalker Apollo, chiede aiuto agli dei per essere “salvata”e viene trasformata in un cespuglio di alloro, mentre Apollo rimane libero di scorrazzare ed insidiare ninfe e donne. 

Gli dei dell’Olimpo scelgono di cancellare una identità femminile trasformandola in una cosa inanimata, inamovibile, al contrario Apollo, il predatore, non è stato fermato. 

Su questa considerazione, e su tutte le considerazioni delle storie di identità femminili cancellate, dall’Antico Testamento ai testi di letteratura che tutti abbiamo studiato a scuola, dalla storia alle cronache di antica e più recente memoria (da Elena a Paola, da Pia a Lucia, dalla Lupa alle Sabine, da Rebecca a Lucrezia), parte un viaggio da percorrere in un silenzio a tratti ieratico, che deve farci riflettere come è stato lungo un percorso di ottenimento dei diritti e come questo treno ci porta dal passato al presente, agglutinandoci alla consapevolezza che non c’è nessuna stazione d’arrivo ma infinite stazioni di nuove e vecchie lotte per i diritti di genere, che devono ancora essere combattute e che, sopra ogni cosa, occorre riprendere un dialogo serrato con le scuole di ogni ordine e grado perché si racconti la nostra storia e si ricommentino tutti i testi letterari in una lettura di genere.


Parlare di politiche di genere senza conoscere la storia, senza aver analizzato percorsi letterari ed archivi, è inutile. La violenza sulle donne, la negazione dei diritti delle donne, in ogni ambito, sono secolari e poggiano su radici religiose, scientifiche e culturali. Per sradicarne alcune ci sono voluti decenni ma siamo ancora lì, giardiniere del futuro di tutte e di ciascuna donna, ad attenzionarci su chi ancora butta i semi dell’indifferenza e della regressione culturale.

 

 

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