sabato 18 settembre 2021

LA PERCEZIONE DISTORTA DEI CRIMINI CONTRO LE DONNE

LA PERCEZIONE DISTORTA DEI CRIMINI CONTRO LE DONNE


La Palombelli ha superato se stessa. Non è nuova a esternazioni da far accapponare la pelle. Si è ripetuta tante volte contro le donne a favore degli uomini in situazioni limite. Quello che ha esternato oggi, in televisione, in fascia non protetta, in un programma nazionalpopolare, è il superamento della legalità. Ben vengano tutte le proteste che sono arrivate da ogni parte, ma non basta.

In un paese dove ogni 72 ore una donna muore per mano di un uomo, quasi sempre marito, compagno, fidanzato o ex o quasi ex, dove ci sono stati 83  femminicidi da inizio anno e 7 negli ultimi 10 giorni,  dove ogni 131 minuti una donna denuncia una violenza sessuale subita, cioè una media quotidiana di 11 stupri ed abusi non taciuti a cui devono sommarsi tutti i reati non denunciati, dove ogni mese sulle scrivanie della direzione centrale di polizia criminale si conta una somma di 300 nuovi fascicoli nuovi, in questo paese la Palombelli parla ed è libera di parlare.

In un paese dove le vittime di reati sessuali al di sotto dei 18 anni sono oltre il 70% del totale, dove gli stupri di gruppo sono in salita arrivando al 93% del 2020 contro l’83% dell’anno precedente, dove nei primi quattro mese del 2021 le giovani e giovanissime sono il 100% delle vittime di due o più stupratori, dove la nazionalità predominante dei predatori sessuali è italiana con il 72%, in questo paese la Palombelli parla ed è libera di parlare. 


Per una come me, per tante come me, è difficile parlare di politiche femminili ad ogni piè sospinto. Sembra che l’argomento “condizione e discriminazione di genere” debba essere relegato alla sociologia, alle scienze comportamentali, all’antropologia, alla giurisprudenza e mai alla politica. Sono discorsi che vi annoiano, che annoiano i maschi e spesso anche le donne.

E se vi annoiano siete complici delle esternazioni della Palombelli.

E se non chiedete alla politica di fare quel salto di qualità nelle sue azioni, siete ugualmente complici.

Se non pretenderete un cambio di rotta nel sistema culturale, siete complici.

Non bastano le leggi, servono pene certe.

Non bastano le leggi, serve fare un salto qualitativo che si traduce nella possibilità di trasformarci in un paese civile.

Ancora più necessario laddove ci sono donne che, da luoghi di potere, giustificano i reati contro le altre donne. 

E questo è tristissimo: finché ci sarà una Palombelli, ci sarà la percezione distorta dei crimini contro le donne ed ogni battaglia dei nostri diritti sarà sempre all’inizio.

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