venerdì 12 ottobre 2018

IL NUOVO PAESE DEGLI ACCHIAPPACITRULLI

Se non lo avete ancora fatto perdete due minuti per leggere quello che scrive (quindi che pensa e che teorizza) il lucchettaro Moccia.
Moccia, proprio lui, il Federico che sognava di passaggiare su Ponte Mollo agitando le ali di messaggi letterali a tre metri sopra il cielo. 
Moccia, proprio lui, il Federico che ha sdoganato l'ipercoattismo rendendolo cultura del sentimento attraverso lucchetti che sovrastavano lucchetti e chiavi gettate nel Tevere per l'ardua sentenza dei posteri, come in un rito pagano, eunuchi e vestali, pater e vestali, dee di un unico dio padrone. 
Moccia, proprio lui, il Federico che da Roma Nord ha raccontato la pedofilia in salsa 2.0, la frase 2.0 "scusa-ma-ti-voglio-sposare" fra un'adolescente ed un aitante uomo/padre (anagraficamente parlando) sollevando, dalla polvere di uno sporco e laido tappeto culturale, l'idea che gli affetti ed i sentimenti siano la stessa cosa, che l'anormalità biologica possa essere normale materiale attraverso scambi di quello che nessuna adolescente chiederebbe ad un adolescente. 
Moccia, proprio lui, il Federico classe 1963 che dovrebbe fare il padre anzichè il padrone/narratore di una generazione che non gli appartiene, neppure per riflesso, ma che (non per merito alcuno e meno che mai per riflessione e motivo per ragionare sull'inevitabile invisibilizzato) tira fuori il nascosto, il sotterrato, quello che si tenta di rendere invisibile di una cultura troppo televisiva e affatto realistica, quello che si nasconde volontariamente sotto i tappeti: la cultura del sentimento come mera rappresentazione di ciò che è contro natura, biologicamente, non ideologicamente.
I presupposti c'erano tutti. Da anni li racconto, sovrapponendo ai suoi librettini le storie del mondo reale, anche contro il mondo della scuola che troppo spesso lo ha ospitato senza comprendere il danno di quei messaggi. 
I presupposti c'erano tutti, sono sempre stati davanti ai nostri occhi: nessuno aveva visto. Ed oggi eccolo lì, quel Moccia: "Se un uomo di una certa età decide di uccidere la moglie o la compagna di una vita, perché magari è deluso dal fatto che certe dinamiche di coppia siano cambiate, perché il suo progetto di vita si è interrotto e con esso la complicità che c’era.... Ma se è fallito è fallito da tutte e due le parti. Servirebbe la capacità di accettare un errore, di chiedersi se si ha la voglia di continuare, di saper abbandonare la rabbia, di saper perdonare e soprattutto di dimenticare. Ma tutto questo non viene insegnato. La persona si sente fallita, si sente sola, tradita, allora se la prende con la persona amata e cerca di ferirla ancora di più....".
Moccia, proprio lui, il Federico Moccia sta scrivendo un altro libro, un libro che qualcuno aveva scritto prima di lui: il Paese degli Acchiappacitrulli di Pinocchio, dove il colpevole è chi si lascia derubare, non il ladro. I ladri della vita delle donne, che in questo paese fantastico in cui vive quel Moccia, accusano chi non si può più difendere. 
E' una vergogna.


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