domenica 28 ottobre 2018

FIGLI DI NN

Nomen Nescio, espressione latina che indica “non conosco il nome”.
Nel diritto era usato ad indicare l’anonimato di un genitore, per lo più il padre, e con la quale venivano indicati i figli illegittimi attraverso la formula figlio di NN accanto alla voce padre/madre sui documenti anagrafici e sulle carte d’identità.

Ricordate La Grande Guerra di Monicelli? Vittorio Gassman si presenta ad Alberto Sordi: “Il mio nominativo sarebbe Busacca Giovanni, di NN”. 
Nomen Nescio.

Nella storia dello stato civile a partire dall’unità d’Italia accadeva questo e con questo si evidenziava la discriminazione delle donne e quella dei bambini.

Poi arrivò Lina Merlin, senatrice socialista, che si battè per una legge di civiltà: l’abolizione delle diciture “figlio di (padre)” e “di (madre)”.

Con la legge 1064 del 31 ottobre 1955, la senatrice Merlin attuò la grande rivoluzione civile, pecorrendo di decenni i tempi per tutte le leggi sul diritto di famiglia ed in esso i minori ed i figli naturali:

Art.1 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà omessa: negli estratti per riassunto e nei certificati relativi agli atti di nascita, di matrimonio, di cittadinanza, negli atti attestanti lo stato di famiglia e nelle pubblicazioni di matrimonio esposte al pubblico e in tutti i documenti di riconoscimento.

Art. 2 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà altresì omessa in ogni altro atto, dichiarazione, denunzia o documento in cui sia prescritta dalle norme vigenti al momento della approvazione della presente legge, e nei quali la persona sia indicata per fine diverso da quello relativo all'esercizio di doveri o diritti derivanti dallo stato di legittimità o di filiazione.

Ora vi chiedo di immaginare l’Italia e la sua cultura sociale nel 1955.

Ora, 2018, considerate la cultura sociale in cui vogliono che voi viviate.

Considerate chi è Salvini.


http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/27/salvini-su-madre-padre-ok-anche-da-mef_94c3d92f-5feb-46b0-9605-95b6044d0052.html

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