Nomen
Nescio, espressione latina che indica “non conosco il nome”.
Nel diritto era usato ad indicare l’anonimato di un genitore, per lo più il padre, e con la quale venivano indicati i figli illegittimi attraverso la formula figlio di NN accanto alla voce padre/madre sui documenti anagrafici e sulle carte d’identità.
Ricordate La Grande Guerra di Monicelli? Vittorio Gassman si presenta ad Alberto Sordi: “Il mio nominativo sarebbe Busacca Giovanni, di NN”.
Nomen Nescio.
Nella storia dello stato civile a partire dall’unità d’Italia accadeva questo e con questo si evidenziava la discriminazione delle donne e quella dei bambini.
Poi arrivò Lina Merlin, senatrice socialista, che si battè per una legge di civiltà: l’abolizione delle diciture “figlio di (padre)” e “di (madre)”.
Con la legge 1064 del 31 ottobre 1955, la senatrice Merlin attuò la grande rivoluzione civile, pecorrendo di decenni i tempi per tutte le leggi sul diritto di famiglia ed in esso i minori ed i figli naturali:
Art.1 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà omessa: negli estratti per riassunto e nei certificati relativi agli atti di nascita, di matrimonio, di cittadinanza, negli atti attestanti lo stato di famiglia e nelle pubblicazioni di matrimonio esposte al pubblico e in tutti i documenti di riconoscimento.
Art. 2 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà altresì omessa in ogni altro atto, dichiarazione, denunzia o documento in cui sia prescritta dalle norme vigenti al momento della approvazione della presente legge, e nei quali la persona sia indicata per fine diverso da quello relativo all'esercizio di doveri o diritti derivanti dallo stato di legittimità o di filiazione.
Ora vi chiedo di immaginare l’Italia e la sua cultura sociale nel 1955.
Ora, 2018, considerate la cultura sociale in cui vogliono che voi viviate.
Considerate chi è Salvini.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/27/salvini-su-madre-padre-ok-anche-da-mef_94c3d92f-5feb-46b0-9605-95b6044d0052.html
Nel diritto era usato ad indicare l’anonimato di un genitore, per lo più il padre, e con la quale venivano indicati i figli illegittimi attraverso la formula figlio di NN accanto alla voce padre/madre sui documenti anagrafici e sulle carte d’identità.
Ricordate La Grande Guerra di Monicelli? Vittorio Gassman si presenta ad Alberto Sordi: “Il mio nominativo sarebbe Busacca Giovanni, di NN”.
Nomen Nescio.
Nella storia dello stato civile a partire dall’unità d’Italia accadeva questo e con questo si evidenziava la discriminazione delle donne e quella dei bambini.
Poi arrivò Lina Merlin, senatrice socialista, che si battè per una legge di civiltà: l’abolizione delle diciture “figlio di (padre)” e “di (madre)”.
Con la legge 1064 del 31 ottobre 1955, la senatrice Merlin attuò la grande rivoluzione civile, pecorrendo di decenni i tempi per tutte le leggi sul diritto di famiglia ed in esso i minori ed i figli naturali:
Art.1 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà omessa: negli estratti per riassunto e nei certificati relativi agli atti di nascita, di matrimonio, di cittadinanza, negli atti attestanti lo stato di famiglia e nelle pubblicazioni di matrimonio esposte al pubblico e in tutti i documenti di riconoscimento.
Art. 2 - L'indicazione della paternità e della maternità sarà altresì omessa in ogni altro atto, dichiarazione, denunzia o documento in cui sia prescritta dalle norme vigenti al momento della approvazione della presente legge, e nei quali la persona sia indicata per fine diverso da quello relativo all'esercizio di doveri o diritti derivanti dallo stato di legittimità o di filiazione.
Ora vi chiedo di immaginare l’Italia e la sua cultura sociale nel 1955.
Ora, 2018, considerate la cultura sociale in cui vogliono che voi viviate.
Considerate chi è Salvini.
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/27/salvini-su-madre-padre-ok-anche-da-mef_94c3d92f-5feb-46b0-9605-95b6044d0052.html
Nessun commento:
Posta un commento